Il Diversity Management in Italia: la risposta delle grandi aziende

Nel 2014, il Diversity Management Lab di SDA Bocconi ha aggiunto, alla consueta indagine annuale rivolta ai lavoratori delle imprese (giunta nel 2014 alla sua sesta edizione), un’inchiesta destinata ai direttori del personale di 150 aziende con più di 250 dipendenti con l’obiettivo di analizzare la diffusione e l’adozione del diversity management in Italia.

Pepe Research ha supportato SDA Bocconi nell’impostazione del complesso piano di campionamento dell’indagine e nella gestione delle interviste alle figure manageriali di alto profilo.

Dall’inchiesta risulta che il tasso di adozione del diversity management è pari al 21% (tale percentuale sale al crescere delle dimensioni dell’azienda). Tra i non adottanti il 29% non solo non ha implementato misure di diversity, ma non è interessato a farlo. Tra gli adottanti solo il 23% ha introdotto una figura responsabile e solo il 16% ha creato un’unità organizzativa ad hoc.

Inoltre, il diversity management delle imprese italiane è poco aperto alle diversità, in quanto molto spesso si trasforma esclusivamente in un “women management”.

Se si analizza più nel dettaglio il grado di adozione delle singole prassi, l’indagine rivela un contesto in cui manca una visione di gestione strategica del tema con un’adozione del diversity management piuttosto leggera. Infatti, mentre alcune prassi rivelano almeno un grado di utilizzo ‘medio’, altre (usualmente le più complesse e quelle che garantiscono una reale attuazione della gestione della diversità) sono quasi sconosciute.

Eppure chi adotta mostra di avere importanti benefici. Le aziende che lo fanno sono anche quelle che hanno la forza lavoro più diversa e nelle quali i comportamenti di collaborazione e aiuto sono più frequenti. Il quadro generale, comunque, sembra essere sconfortante: le imprese italiane sono in profondo ritardo nel gestire le diversità, e non sembrano intenzionate a colmare questo ritardo nel termine, amplificando sempre più il divario con le imprese di altri paesi che operano nel contesto internazionale.

(Giugno 2015)