Le prime elezioni di Milano Città Metropolitana

Il 28 Settembre si sono tenute le prime elezioni delle “nuove Province”. Sulla base della riforma Delrio, i nuovi consigli “provinciali” saranno composti da sindaci e consiglieri dei comuni rappresentati, eletti direttamente dagli amministratori stessi e non più dai cittadini.

La riforma ha generato da subito grande dibattito in merito all’efficacia nel contenimento dei costi dello Stato, all’utilità dei nuovi organi e alla democraticità del sistema elettorale. Ma poi si è visto e sentito molto poco sui media di questa campagna elettorale e su queste elezioni, ignote ai più.

In questo scenario Pepe Research ha effettuato un’indagine su una città campione, Milano Città Metropolitana, per chiedere ai suoi elettori (Sindaci e Consiglieri dei Comuni di afferenza), alla vigilia del voto, alcuni giudizi e considerazioni sulle imminenti votazioni.

Tra i risultati più interessanti emerge la grande fiducia verso il nuovo ente: complessivamente, solo una quota marginale di intervistati ritiene che il passaggio alla nuova Città Metropolitana sia peggiorativo rispetto al passato. Invece ben 6 Amministratori su 10 si attendono dal nuovo Ente un ruolo più strategico.

La grande maggioranza degli elettori ritiene infatti che il passaggio dalla Provincia alla Città Metropolitana porterà vantaggi sostanziali all’intera area milanese. Si apprezzano le potenzialità di buon coordinamento tra le Istituzioni, dando credito all’intento della riforma di creare poteri più cooperativi e meno competitivi.

Di contro emerge la percezione diffusa che esista un rischio di emarginazione e sottorappresentanza delle istanze dei Comuni più piccoli, che rischierebbero di avere meno voce e peso di quelli più popolosi.

Gli amministratori intervistati (124 casi, rappresentativi dell’universo degli elettori per dimensione del comune di appartenenza, genere ed età) hanno invece una valutazione poco univoca sui reali effetti della riforma in termini di benefici per le casse dello Stato: la metà di essi crede effettivamente che la costituzione della Città Metropolitana sarà in grado di incidere sul risparmio delle finanze pubbliche, mentre la restante metà è scettica in merito, ritenendo probabilmente che le aree di spreco su cui incidere siano altre.

Risultano più concordi, invece, riguardo al sistema di votazione. Il 64% degli intervistati, in accordo con le dichiarazioni pubbliche degli esponenti di diversi schieramenti, ritiene che le funzioni che andrà a svolgere la città metropolitana necessitino di organi politici autorevoli e legittimati con delle elezioni democratiche da parte dei cittadini.  Un minoritario 34% ritiene invece che anche l’elezione indiretta riuscirà comunque a garantire la formazione di organi politici qualificati, con inoltre un notevole risparmio economico ed organizzativo.

Sebbene un terzo circa degli intervistati dichiari di non essere ancora riuscito a farsi chiarezza rispetto alle funzioni che andrà effettivamente a svolgere il nuovo Ente, e nonostante il tema sia stato molto poco approfondito e trattato dai media, gli elettori dichiarano di essersi comunque interessati  e informati per queste elezioni per conto proprio.

Tra i temi (poco) dibattuti alla vigilia delle elezioni c’era anche quello della prevedibilità dei risultati di scrutinio, riflessione oggettivamente condivisa anche dalla maggior parte degli intervistati. Ma un altro risultato di questo studio ci sembra degno di nota, e riguarda le dinamiche della scelta di voto. Il campione si divide infatti a metà tra chi dichiara di attribuire il proprio voto prestando per lo più attenzione alla persona candidata, e chi invece effettua una scelta più prettamente politica, scegliendo soprattutto lo schieramento di riferimento.  Sembrerebbe  quindi riprodursi, in queste elezioni di secondo livello, la tipica dinamica delle elezioni amministrative, dove l’elemento ‘’persona’’ (e lista civica) ha in genere un peso determinante.

Dati nel complesso interessanti, che ci parlano di una Città Metropolitana che riscuote interesse e genera fiducia tra “gli addetti ai lavori” chiamati a votare, che alimenta aspettative di efficacia, ma che necessita di una maggiore definizione dei propri ruoli, compiti e funzioni. Non a caso, tra gli obiettivi prioritari ad essa attribuiti dagli intervistati emerge senza dubbio il tema del trasporto e della viabilità, ma anche quello della ridefinizione di ruoli, competenze e, anche, del sistema di elezione.

In definitiva, sembrerebbe che forse, è proprio da come verrà definito lo Statuto che si potrà valutare l’effettiva portata del nuovo ente: ai nuovi eletti la possibilità di rendere la legge Delrio una rivoluzione sensata o l’ennesima inutile riforma.

(Per accedere ai risultati completi della ricerca, contattare info@peperesearch.it)

Ottobre 2014